top of page
Cerca
  • Immagine del redattorearchsilviabanfo

The cinema in the small Italian cities. Two cases


“Salvatore: Da quanto tempo avete chiuso? Spaccafico: A maggio fanno sei anni. Non veniva più nessuno. Lei lo sa meglio di me. La crisi, la televisione, le cassette... Oramai il cinematografo è solo un sogno. Adesso l'ha acquistato il comune per farci il nuovo parcheggio pubblico. Sabato lo demoliscono. Che peccato.“

Il piccolo cinema del paese di Pray biellese ha avuto una sorte simile a quella raccontata nel film di Tornatore, anche se il suo destino non è stato così tragico, ma ugualmente malinconico. il piccolo cinematografo, era un luogo amato dai cittadini unico spazio di aggregazione e di incontro per la piccola comunità localizzata alle pendici delle alpi biellesi in Valsessera, area industriale prevalentemente connessa alla produzione manifatturiera. Una valle che richiamò agli inizi del secolo scorso un gran numero di operai occupati presso le più grandi aziende dell’area.

Alla fine della meta del XIX secolo si sviluppano molte imprese manifatturiere tra le quali la più nota è l’azienda Zegna che avrà il suo massimo sviluppo dal 1910; Ermenegildo Zegna fonda il lanificio a Trivero nell’altavalsessera. L’imprenditore e il successo della sua azienda influenza un numero elevato di piccoli-medi imprenditori dell’area a specializzarsi nella produzione industriale legata alle diverse fasi di produzione del filato, sfruttando la grande quantità di acqua del il fiume Sessera.

Si fondano agli inizio del secolo scorso diverse aziende lungo il fiume, tra le quali il Lanificio del fratelli Zignone nel comune di Pray attivo fino al 1966. Il piccolo paese di Pray, fino ad allora suddiviso in diverse frazioni senza un centro cittadino, si sviluppa principalmente durante questi anni lungo un asse viario principale che collega il fondo valle alle aree industriali vicine di Coggiola e Trivero. Lo sviluppo dell’edificato e delle infrastrutture dell’area è strettamente connesso allo sviluppo dell’economia industriale e alla necessità di dare ai numerosi operai nuove case e servizi. Lo stesso Zegna realizza a partire dagli anni 30 del novecento a Trivero un cinema/teatro e una piscina pubblica trasformando, di fatto, il piccolo paese rurale in un centro adatto un numero crescente di cittadini. Nell’arco di qualche anno, realizza un centro medico e una scuola materna oltre che numerosi edifici residenziali.

Nel 1928, anno in cui la fabbrica Zignone ha il raggiunto il suo massimo sviluppo con il superamento di 150 di operai il sig. Filera Guido presenta in Comune di Pray un progetto per la realizzazione del locale adibito ad uso cinematografo sotto l’insegna Cinema varietà “Americano”.

L’area scelta è quella di un lotto vuoto rimasto inedificato, stretto e lungo, tra due edifici residenziali lungo la via principale. Un tassello che va a chiudere il fronte continuo sulla strada che attraversa il paese dove si susseguono case residenziali e alcuni servizi per i cittadini.

Il nuovo cinematografo è costituito da tre piani fuori terra: al piano terreno l’edificio ospita la biglietteria e un piccolo locale adibito a bar; percorrendo una scalinata esterna sul lato sinistro della facciata su strada lo spettatore arriva al piano superiore dove si trova la sala di proiezione. Alla sala si accede attraversando un loggiato, con balaustra a colonnine classicheggianti, composto da un alternarsi di colonne doriche che sorreggono una trabeazione e una serie di finestre con cornici classiche. Per la scelta stilistica della facciata è probabile che la committenza del piccolo cinema di provincia fosse stata influenzata da esempi che negli stessi anni venivano realizzati nel territorio Piemontese: negli stessi anni a Torino si realizza il cinema Statuto (1924) e il Cinema teatro Savoia (poi Astra) entrambe progettate da Contardo Bonicelli. Tutte e due gli edifici spiccano per le caratteristiche decorative classicheggianti. Il cinema Savoia pubblicato sulle pagine di “Rassegna di Architettura”, presenta una facciata, dal coronamento a timpano decorata da stilizzati motivi classicheggianti-decò.

Negli anni trenta del Novecento il cinema viene comprato dai fratelli Mirabelli, attuali proprietari dell’immobile, il cinema prenderà il nome Excelsior.

primo progetto di facciata

Nel 1943 un incendio distrugge parte del cinema; nello stesso anno i fratelli Mirabelli presentano un progetto di recupero dell’edificio distrutto. I proprietari, anche rispetto alle sale cinematografiche che venivano realizzate in quegli anni, decidono di cambiare notevolmente immagine al cinema: da una facciata classica, adottano un linguaggio più contemporaneo razionalista.

<Con la fine degli anni ’20 e l’inizio del decennio successivo, iniziano a far breccia anche nel nostro paese le istanze del Razionalismo. Ciò porterà ad un’accelerazione di quel processo di semplificazione, già in atto nel linguaggio architettonico del tempo, che provocherà la graduale scomparsa degli elementi ornamentali, per lasciare il posto a superfici elementari, sempre più nette e profilate, valorizzate dall’uso dei nuovi materiali industriali>

Una nuova scansione volumetrica della facciata valorizza i volumi vuoti e pieni grazie ad una nuova scansione delle aperture e la realizzazione di corpi aggettanti: una torretta sul lato sinistro della facciata e una serie di setti in cemento armato aggettanti rispetto all’allineamento del fronte continuo. La scala d’accesso, unico elemento rimasto invariato rispetto al progetto originario, risulta ora un ‘vuoto’: diventa un elemento scavato all’interno della facciata e non più aggettante. Alle finestre originarie, con cornici classiche, si predilige l’utilizzo di poche aperture realizzate con telai ferro-vetro e al piano secondo si opta di utilizzare la forma circolare ad oblò; un probabile richiamo al Cinema Savoia realizzato da Ettore Sottsass ad Aosta nel 1923. La volontà di enfatizzare le linee verticali è sottolineata, oltre dalla torretta sul lato sinistro, dal susseguirsi per tutta l’altezza del piano primo e secondo da elementi in vetrocemento che seguono i setti.

A seguito delle Circolare 15/02/1951 n. 16 Il cinema Excelsion non garantisce più le caratteristiche tecniche sufficienti per lo svolgimento dell’attività di proiezione. I fratelli Mirabelli decidono di costruire un nuovo cinema nella zona esterna del paese, su un terreno libero.

Il vecchio cinema Excelsior è abbandonato da allora. Attualmente anche il nuovo cinema è chiuso forse La crisi, la televisione, le cassette...

Dialogo Tratto da Nuovo Cinema Paradiso, Regia Giuseppe Tornatore, 1988

Cinema Savoia in Torino (ing. Dado Bonicelli), in “Rassegna di architettura”, II, n°9, 15 settembre 1930, pp. 334-337.

SAVERIO SALAMINO, Architetti e Cinematografi, Tipologia, architetture, decorazioni della sala cinematografica delle orgini 1896-1932, Prospettive Edizioni, Roma 2009, pag. 207

Circolare 15/02/1951 n. 16 Norme di sicurezza per la costruzione, l'esercizio e la vigilanza dei teatri, cinematografi e altri locali di spettacolo in genere

El cinematógrafo de las pequeñas realidades urbanas italianas. Dos casos

El primer caso es el del cine Paradiso de Giancaldo1,un caso emblemático que encierra en sí mismo también el caso del pequeño cine de Pray en la provincia de Biella que describiremos a continuación. Este cine de hecho ha sufrido un destino similar al que padece el cine de la película de Giuseppe Tornatore:aunque su destino no ha sido tan trágico,su historia es igual de melancólica. El pequeño cinematógrafoera un lugar amado por los ciudadanos,el único espacio de reunión y de encuentro para la pequeña comunidad de Valsessera a los pies de losalpes de Biella, área industrial fundamentalmente ligada a la producción manufacturera. Un valle cheatrajo a un gran número de personas a inicios del siglo pasado para trabajar en las empresas másgrandes de la zona.A mitad del siglo XIX se desarrollan varias industriasentre las que destaca la empresa Zegna,que tendrá su máximo desarrollo a partir de 1910; Ermenegildo Zegna funda su fábricade lana en Trivero, en el valle Sessera. Este empresario, y el éxito que cosecha su empresa,influencian a un gran número de pequeños y medianos empresarios del área, empujándoles1 El pueblecito de Sicilia que aparece en la película, Giancaldo,no existe realmente, sino que es el nombre de unamontaña sobre Bagheria, ciudad natal de Tornatore.a especializarse en la producción industrial relacionadacon las varias fases de producción de hilo, aprovechando la gran cantidad de agua delrío Sessera. A inicios del siglo pasado se fundan varias empresas a lo largo del río, entre las cualesla fábrica de lana de los hermanos Zignone en el pueblo de Pray, activa hasta 1966. Pray,un pequeño pueblo dividido hasta aquel entonces en varias pequeñas aldeas sin un verdaderocentro, durante estos años crece y se desarrolla, principalmente a lo largo de un eje viario que uneel fondo del valle con las cercanas áreas industriales de Coggiola y Trivero. El desarrollo de lasedificaciones y de las infraestructuras del área está estrechamente relacionado con el desarrollode la economía industrial y con la necesidad de ofrecer a los numerosos obreros que llegan nuevas casas y servicios. El mismo Zegna realiza a partir de los años 30 del siglo XX un cine-teatroy una piscina pública en Trivero, transformando de hecho el pequeño pueblo rural en un centroapto para un número creciente de ciudadanos. En 1928, año en el que la fábrica Zignone ha alcanzadosu máximo desarrollo, superando los 150 trabajadores, Guido Filera presenta un proyecto en el Ayuntamiento de Pray para la realización del local dedicado a ser usado como cinematógrafo con el nombre de cine variedad “Americano”. El El cinematógrafo de las pequeñas realidades urbanas italianas. Arquitecturas para el cine: conocimiento y valoración área escogida es un lote vacío, largo y estrecho, que ha quedado sin construir entre dos edificios residenciales a lo largo de la calle principal del pueblo. Una pieza que cierra el frente continuo de edificos residenciales y de servicios para los ciudadanos asomados hacia la carretera que atraviesa el pueblo. El nuevo cinematógrafo es un edificio de tres pisos: en la planta baja se aloja la taquilla y un pequeño bar; recorriendo una escalera externa en el lado izquierdo de la fachada el espectador llega al piso superior, donde se encuentra la sala de proyección. A la sala se accede atravesando un porticado, con balaustres de columnas de estilo clásico, compuesto por columnas dóricas que se alternan y sujetan un cornisamento y una serie de ventanas con marcos clásicos. En la elección estilística de la fachada es probable que los propietarios del pequeño cine de provincia estuviesen influenciados por ejemplos que en esos mismos años se realizaron en el territorio del Piamonte: en los mismos años en Turín se construye el cine Statuto (1924) y il cine-teatro Savoia (después llamado Astra), ambos proyectados por Contardo Bonicelli. Los dos edificios destacan por las características decoraciones de estilo clásico. El cine Savoia2 presenta una fachada coronada con un tímpano y decorada con motivos de estilo clásico-decó. En los años treinta del siglo XX, el cine cambia de nombre cuando los hermanos Mirabelli, actuales proprietarios del edificio, compran el cine, que pasará a llamarse Excelsior. En 1943 un incendio destruye parte del cine; en ese mismo año, los hermanos Mirabelli presentan un proyecto de recuperación del edificio destruido. Los proprietarios deciden cambiar notablemente la imagen del cine, también respecto a las salas cinematográficas que se realizaban en aquellos años: en lugar de una fachada clásica, adoptan un lenguaje racionaliasta más contemporáneo. «Al final de los años 20 y a inicios de la década sucesiva, comienzan a imponerse también 2 “Cinema Savoia in Torino (ing. Dado Bonicelli)”, Rassegna di architettura, n° 9, 1930, pp. 334-337. en Italia las ideas del Racionalismo. Esto llevará a una aceleración de ese proceso de simplificación, ya activo en el lenguaje arquitectónico de la época, que provocará la gradual desaparición de los elementos ornamentales, para dejar espacio a superficies elementales, cada vez más netas y perfiladas, valorizadas por el uso de nuevos materiales industriales»3. Una nueva exploración volumétrica de la fachada valoriza los volúmenes vacíos y llenos gracias a una nueva disposición de las aperturas y a la realización de cuerpos salientes: una pequeña torre sobre el lado izquierdo de la fachada y una serie de muros en hormigón armado que sobresalen respecto al alineamiento del frente continuo. La escalera de acceso, único elemento que no cambia respecto al proyecto original, se transforma en un “vacío”: se convierte en un elemento excavado dentro de la fachada y ya no sobresale. En lugar de las ventanas originales, con marcos clásicos, se prefiere la utilización de pocas aperturas realizadas con bastidores de hierro y vidrio y en el segundo piso deciden utilizar la forma circular con ojos de buey, una probable referencia al cine Savoia realizado por Ettore Sottsass en Aosta en 1923. La voluntad de enfatizar las líneas verticales queda de manifiesto por la pequeña torre del lado izquierdo y por la sucesión a lo largo de todo el primer y segundo piso de elementos en bloques de vidrio que siguen a los muros. En 1951, tras la publicación de una nueva normativa de funcionamiento de los cines el cine Excelsior deja de reunir las características técnicas suficientes para desempeñar la actividad de proyección4. Los hermanos Mirabelli deciden construir un nuevo cine a las afueras del pueblo, en un terreno libre. El antiguo cine Excelsior desde entonces se encuentra abandonado.

95 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page